Giberti Aldo

Giberti Aldo
Giberti Aldo, ANPI Modena.

 

Nato a Monfestino di Serramazzoni, in provincia di Modena, il 20 maggio 1918, da Dante e Maria Ferrari, fu residente a Serramazzoni, nella frazione di Faeto.

Aldo Giberti frequentò le scuole fino alla 3ª elementare, poi fece l’agricoltore. Svolse il servizio militare di leva nel ’38, dopo di che ottenne il congedo illimitato. Fu però richiamato alle armi il 2 aprile del ’39 e venne destinato al 4° Reggimento Artiglieria Contraerea (XXII gruppo).

Il 10 giugno 1940, quando l’Italia entrò in guerra al fianco della Germania contro Francia e Inghilterra, Aldo Giberti  fu mobilitato immediatamente il giorno dopo, l’11 giugno 1940, impiegato in territorio dichiarato in stato di guerra, dove rimase poco più di un mese, fino alla seconda metà di luglio, quindi il 27 luglio del 1940 ebbe come destinazione l’Africa settentrionale.

4.7.3.1. Disperso nella battaglia di Bardia, in Libia

Il giorno stesso col suo XXII gruppo, assieme al XVII, si imbarcò nel porto di Napoli con destinazione Bengasi, il più importante porto della Cirenaica, nella Libia orientale. Lì sbarcò con il suo contingente il 1° agosto 1940. Per l’impiego operativo, sia il XVII sia il XXII gruppo passarono alle dipendenze del 2° Reggimento Artiglieria Controaerea, a sua volta assegnato alla 10ª Armata per il coordi­namento delle unità controaeree autocampali e dal settembre ebbero come terreno delle operazioni Bardia, nel nord-est della Libia, ai confini con l’Egitto, lungo la barriera di filo spinato, fatta costruire negli anni ’30 dal Gen. Graziani, che correva per 270 Km, intervallata da fortezze, fino all’oasi di Giarabub.

Mentre il XVII, guidato dal Cte Gap. Navarro, venne collocato in difesa del campo di aviazione di Bardia, il XXII -in cui militava Giberti- venne dislocato nella immediata periferia, con la 2ª batteria schierata sulla strada Sollum-Bardia, a difesa della ridotta Capuzzo, un leggendario avamposto, conteso a lungo tra le forze italo-tedesche e quelle alleate e passato ripetutamente di mano nel corso del conflitto.

Disperso nella battaglia di Bardia, in Libia
La ridotta (o forte) Capuzzo.http://deutsches-afrikakorps.blogspot.com/2010/12/helmuth-orschiedts-war-in-africa.html

 

Punto di passaggio obbligato per i mezzi motorizzati che dalla Libia dirigevano in Egitto e viceversa, Forte Capuzzo era l’ultimo presidio di controllo di frontiera italo-libico. Nel giugno che aveva preceduto lo sbarco di Aldo Giberti, gli Inglesi avevano conquistato il forte, ma a settembre erano stati costretti nuovamente a cederlo per la controffensiva italiana, che poi si era spinta verso Sidi El Barrani, in Egitto e che scacciò indietro gli inglesi fin verso Marsa Matruh, all’interno del territorio da loro precedentemente controllato. A quel punto gli Inglesi, per reagire all’attacco italiano, riforniti di mezzi e uomini, soprattutto da contingenti dell’esercito australiano, fecero scattare l’operazione Compass, che culminò nei tre giorni della battaglia di Bardia, dal 2 al 5 gennaio 1941.

L’operazione Compass, la sproporzione di uomini e mezzi, le fresche forze australiane rovesciarono le sorti dei combattimenti e permisero agli inglesi di respingere ed inseguire l’esercito italiano,

Disperso nella battaglia di Bardia, in Libia
Area dell’ Operazione Compass, dicembre ’40-febbraio ’41. Di Stephen Kirragetalk – contribs – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/

 

verso occidente, in Marmarica e in Cirenaica, dove  caddero Sidi El Barrani, Bardia, Tobruk e Bengasi, finchè gli Inglesi raggiunsero Sirte, dove si attestarono alla fine di gennaio. L’offensiva investì naturalmente anche il XXII gruppo di Aldo Giberti, schierato dal 26 dicembre sulla fascia costiera, tra Derna, Tobruk e Bardia.

Disperso nella battaglia di Bardia, in Libia
Una colonna di prigionieri italiani in Libia. Di Keating G (Capt) No 1 Army Film & Photographic Unit – from the collections of the Imperial War Museums Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/

 

Dal 5 gennaio 1941 Aldo Giberti viene segnalato “disperso” nella battaglia, durante la quale le truppe anglo-australiane fecero 36.000 prigionieri italiani. Sarà considerato disperso fino al 6 aprile 1941, tre mesi circa, durante i quali l’esercito italiano verrà riorganizzato e rifornito, ma soprattutto riceverà i rinforzi tedeschi, perché tra il 14 e 15 febbraio 1941 sbarcherà a Tripoli, nella Libia occidentale, Erwin Rommel con l’AfrikaKorps, che col suo intervento ribalterà ancora -seppur momentaneamente- le sorti dello scontro, avviando quella serie di imprese che per abilità tattica e spericolatezza operativa, lungo circa due anni, inflissero pesanti sconfitte agli inglesi e gli valsero l’appellativo di “Volpe del deserto”.

Giberti, fatto prigioniero, fu percìò recuperato e potè rientrare nel distretto di Modena, da dove fu ripreso in carico, a partire dal giugno 1943, dal 4°Artiglieria Contraerea di Mantova.

4.7.3.2. Fucilato a Bologna

La vita avventurosa e sfortunata di questo giovane contadino della montagna modenese si avvia all’epilogo, con l’8 settembre del ’43, quando la smobilitazione del nostro esercito lo riportò a casa, nel vuoto di direttive dei comandi militari e della monarchia sabauda.

Fino a quel momento pedina nella storia su uno scacchiere in cui il gioco era sempre deciso da altri, di nuovo incalzato dai bandi Graziani, decise alla fine lui –come imparò a fare tanta parte d’Italia-e scelse di entrare a far parte della Resistenza partigiana, dalla primavera del ‘44.

Fucilato a Bologna
Rommel in Afrika consulta una mappa.Di Bundesarchiv, Bild 101I-785-0287-08 / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/

 

Appartenne alla brigata “Scarabelli” della Divisione Modena Montagna, come Campioli, dove militò fin quasi all’estate.

Poi, come gli altri due giovani, venne arrestato anch’egli il 17 maggio del ’44 a Fanano di Zocca, sull’Appennino modenese, dove era operativo. In seguito trasferito a Bologna, fu incarcerato a san Giovanni in Monte lo stesso giorno di Carlo Ferrari ed immatricolato quasi subito dopo di lui, per ordine della polizia militare segreta tedesca, a disposizione del tribunale militare tedesco.

Con gli altri quattro (Sansovini, Ferrari, Campioli e Prandini) sarà da lì prelevato, con l’ annotazione di un finto “rilascio” sul registro del carcere -meccanismo che abbiamo illustrato ormai più e più volte- per raggiungere il Poligono, in via Agucchi a Bologna, e subire la fucilazione per rappresaglia a 26 anni.

Fu riconosciuto partigiano dalla Commissione regionale a ciò preposta, dall’1 marzo al 26 giugno 1944, giorno della sua morte.

Fucilato a Bologna
Schema organizzativo delle formazioni partigiane modenesi.

 

 

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