I fucilati del 4 luglio 1944 : Barca Danilo

I fucilati del 4 luglio 1944 : Barca Danilo

Danilo Barca nacque a Modena il 25 gennaio 1923 da Augusto e Cuoghi Romea, in una famiglia di estrazione popolare, di radicati sentimenti antifascisti, tanto da annoverare al suo interno anche alcuni fuoriusciti. Risiedette nella città natale in via Razzaboni 30 e lavorò come fonditore in un’officina della città, fino a che non fu però licenziato per aver manifestato quelle opinioni contrarie al regime, alle quali era stato educato in famiglia e che egli condivideva con i suoi. Per vivere, dovette allora ripiegare sul lavoro in risaia.

L‘ 8 settembre 1942 fu arruolato nell’esercito e raggiunse il Deposito del 12° Reggimento Bersaglieri, da cui derivò poi il nome di battaglia “Bersagliere”, che lo accompagnò per tutta la sua esperienza nella Resistenza. Nei Bersaglieri fu impiegato come fuciliere e operò su vari fronti di guerra. Quando, esattamente un anno dopo, ci fu l’armistizio e avvenne lo scollamento del nostro esercito, l’8 settembre del ’43 egli si trovava a Siena e fu tra i soldati italiani che con l’aiuto di una parte di commilitoni resistette all’occupazione dei presidi militari da parte dei Tedeschi.

Con lo sbandamento generale e in assenza di ordini, tuttavia, tornò a Modena, dove venne arrestato una prima volta nel febbraio 1944. Rilasciato, si allontanò di nuovo ben presto dalla città per salire in montagna, sull’Appennino modenese e raggiungere le prime formazioni partigiane.

Partecipò, come il suo conterraneo Carlo Ferrari, alla cosiddetta “spedizione Bandiera” ed alla battaglia di Pieve del Trebbio: all’inizio del marzo’44, quando la G.N.R. modenese decise di fare un grande rastrellamento in Appennino per stanare renitenti e disertori, una spiata comunicò che nella bassa valle del Panaro era presente un numeroso gruppo di “ribelli” che si stavano aggregando. Leonida Patrignani, ex-ufficiale degli Alpini, vicino al PdA (Partito d’Azione), sfollato a Marano sul Panaro, stava infatti preparando una spedizione in aiuto di Mario Ricci, il comandante “Armando”: la cosiddetta “spedizione Bandiera” dal nome di battaglia di Patrignani. La spedizione sostò a Pieve del Trebbio, dove però il 12 marzo ’44 venne attaccata dai militi fascisti. Lo scontro lasciò molte vittime sul campo da una parte e dall’altra e tra i civili. La spedizione a quel punto si sciolse e i partigiani si dovettero dileguare, alcuni -come Patrignani- attraversando a nuoto il Panaro.

Danilo Barca in seguito passò a far parte della formazione “Barbolini”, la brigata partigiana “Ciro Menotti” della Divisione Armando, che tuttavia era conosciuta attraverso il nome dei due fratelli, Giuseppe e Norma, che la guidarono in varie imprese e che furono tra i protagonisti, tra il giugno e l’agosto del ’44, anche della esperienza politico-militare della “Repubblica di Montefiorino”.

Il 3 marzo 1944 Danilo Barca ricevette la chiamata alle armi nell’esercito repubblicano della R.S.I., a cui non rispose. Dal 27 marzo 1944 divenne invece Sottotenente Ispettore con incarichi organizzativi di formazione di oltre cento uomini nella sua brigata partigiana, aumentando impegno e responsabilità nella lotta che si era scelto, quella antifascista. Purtroppo però nel maggio del ’44 fu catturato durante il combattimento del Monte Penna -ancora come Ferrari-.

I fascisti di Pavullo lo presero in consegna per alcuni giorni di interrogatori, quindi lo trasferirono alle carceri di Bologna, dove venne immatricolato il 20 giugno per ordine della polizia segreta tedesca. Già sofferente per le torture subite, lì dovette affrontare altri interrogatori, durante i quali venne ancora seviziato. Infine, prelevato da San Giovanni in Monte con il solito escamotage del finto “rilascio” con affidamento alle S.S. assieme agli altri compagni (Balocchi, Bononcini, Labanti, Palmini)  fu fucilato per rappresaglia al Poligono di tiro della città felsinea il 4 luglio 1944.

La famiglia venne a sapere della sua morte dal giornale.

Dalla Commissione regionale riconoscimento qualifica partigiani Emilia-Romagna ottenne la qualifica di ‘partigiano’, operativo  dall’1 novembre 1943 al 4 luglio 1944.

 

 

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