Il dopoguerra
Malato da tempo, tanto che nel ’44 subisce più ricoveri a Villa Rosa a Bologna, regolarmente denunciati alle autorità, ma che non dettero mai corso al suo arresto, Raffaele Salem muore a distanza di qualche anno dalla liberazione, nel ’49.
Sui ricoveri degli ebrei negli ospedali e nelle cliniche di Bologna, si svolse un fitto carteggio di circolari e disposizioni, in cui si distinsero il Questore Tebaldi e il tenente dell’Ausserkommando Bieber.
Si lamentavano soprattutto i finti ricoveri, le finte malattie diagnosticate, per impedire che molti ebrei fossero arrestati e trasferiti altrove. Le autorità sanitarie bolognesi offrirono spesso la sponda di queste ospedalizzazioni di fortuna per aiutare tanti, amici e non. Ed in generale, come attesta il biglietto sotto pubblicato, l’ostilità crescente verso l’occupazione tedesca, la lotta di liberazione che tra i sanitari aveva molti sostenitori, diffuse un atteggiamento di scarso zelo e di assenza di collaborazione, sempre più difficile da mascherare anche da parte dei funzionali fedeli al regime.
Nel ’58 muore anche Clementina Giove, la vedova del fratello Riccardo, prematuramente scomparso nel ‘36.
Renato, nel ’46, solo con i due figli piccoli, andrà a vivere prima presso la sorella Olga ormai vedova, in Strada Maggiore 81, poi nella dimora di famiglia, a Palazzo Magnani-Salem, fino alla sua morte, avvenuta il 17-2-’62. La figlia Maria Grazia nel frattempo era andata sposa nel ’51 ad un nobile napoletano della famiglia D’Andria.
Nel ’77 scompare a Bologna anche Desdemona “Dina” Billi, la vedova di Raffaele trasferitasi in via Oberdan 19 a Bologna, e l’8-12-’80 muore Olga Salem Tagliavacca, ancora residente in Strada Maggiore 81.
L’ultimo discendente maschile della famiglia di Eugenia Rachele Salem, Enrico, il figlio minore di Renato e di Caterina Cassoli, nato il 26-4-’27, dopo aver vissuto per un certo periodo anche a Roma, torna a vivere a Bologna, dove muore solo, celibe, nel 2006.
La tomba di famiglia di Eugenia Rachele e Renato Salem nel chiostro maggiore della Certosa di Bologna.