Un epilogo familiare tragico
Saranno proprio i figli di Rachele a vivere invece la stagione più tragica dell’antisemitismo fascista.
Innanzitutto i provvedimenti di espulsione dall’ Italia degli ebrei stranieri, scattati nel ’39, rimetteranno in discussione il provvedimento che aveva concesso loro la cittadinanza italiana, perché intervenuto dopo il ’19. Perciò la concessione della cittadinanza viene revocata nel maggio del ‘39 sia a Raffaele (vedi doc. sotto) che a Renato.
Entrambi faranno richiesta di poter continuare ad abitare in Italia in quanto residenti nel regno fin dal 1895 (a Bologna, in realtà, secondo l’Archivio dell’ Anagrafe Civile di Bologna, dal 1899).
Raffaele (vedi doc. successivo) e Renato vengono poi reintegrati nella cittadinanza italiana tra il febbraio e il maggio del ’40, ancora vivente la madre, a seguito di una lunga procedura di pratiche burocratiche, che li terranno impegnati per mesi.
Per Renato, l’unico dei fratelli Salem ad avere figli ( quattro, ma solo tre viventi al momento delle leggi razziali ) si aggiungerà anche il problema della definizione della loro appartenenza razziale.
Nati infatti dal “matrimonio misto”, contratto con la contessa Caterina Cassoli, Roberto, Enrico e Maria Grazia saranno riconosciuti “ariani” definitivamente il 13-7-’43 (vedi doc. qui sotto), perché figli di genitori battezzati e loro stessi battezzati prima del 1-1-’38.
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