La deportazione

Nissim e Roberto furono i primi a prendere la strada del Nord, per essere deportati ad Auschwitz. Insieme furono trasferiti il 2 dicembre nel carcere di Verona, da dove, il 6 dicembre 1943, furono portati alla stazione ferroviaria ed aggregati in quello che è stato identificato come convoglio n.5 dalla Picciotto (1).  Partirono in un vagone piombato per la Polonia, giungendo ad Auschwitz l’11 dicembre 1943 e furono internati nel lager rispettivamente con matricola 168015 e 168013.

Nissim ed il figlio Roberto. Foto Cdec, rielaborata da noi.
Nissim ed il figlio Roberto. Foto Cdec, rielaborata da noi.

 

Di loro due non si seppe nient’ altro che la data approssimativa del decesso : Nissim morì dopo il 27 aprile del ’44 e Roberto dopo il 18 gennaio ’45, a 15 anni.

Gli altri tre Matatia, Matilde Camelia e Beniamino, insieme ad altri tre ebrei: Elsa Zamorani col figlio Gino Guglielmi, catturati a Castiglione dei Pepoli,  e l’anziano industriale di Zagabria, indicato in alcuni documenti della Questura bolognese come Siegfrid Wohenurt (-vedi doc. sotto pubblicato- in realtà identificato poi in Siegfrid Wohlgemuth (2), arrestato a Montetortore- vedi più avanti §. 4.1.8.), per ordine del questore Tebaldi in un primo momento ricevettero un avviso di trasferimento datato 15 gennaio 1944, che ne disponeva lo spostamento al campo di concentramento di Fossoli, a Carpi. In seguito però, per ragioni ancora ignote, ma concordate con il comando di polizia tedesco, si stabilì che fossero deportati il 23 gennaio ‘44 prima a Ravenna, poi nel campo di concentramento di Forlì (allestito nell’ex-albergo del Commercio), dopo di che in carcere a Milano.

Le disposizioni per il trasferimento di Matilde Hakim, Beniamino e Camelia Matatia, la sig. Zamorani ed il figlio Gino Guglielmi, infine il Sig. Wohlgemuth, decise e sottoscritte dal Questore Tebaldi. Archivio di Stato di Bologna.
Le disposizioni per il trasferimento di Matilde Hakim, Beniamino e Camelia Matatia, la sig. Zamorani ed il figlio Gino Guglielmi, infine il Sig. Wohlgemuth, decise e sottoscritte dal Questore Tebaldi. Archivio di Stato di Bologna.

 

E da qui, in partenza dal famigerato binario 21 col convoglio n. 6, lo stesso in cui fu compresa anche Liliana Segre, anch’essi partirono insieme alla volta di Auschwitz il 30 gennaio 1944. Nello stesso convoglio erano stati aggregati anche il rabbino di Bologna Orvieto Leone Alberto e sua moglie Margherita “Maria” Cantoni, catturati a Firenze dalla Banda Carità.

Il documento con le disposizioni tedesche per l'uscita dal carcere di Bologna di Camelia, indicata come "rilascio", che serve per trasferirla verso Forlì-Ravenna, poi alla deportazione ad Auschwitz. Archivio di stato di Bologna.
Il documento con le disposizioni tedesche per l’uscita dal carcere di Bologna di Camelia, indicata come “rilascio”, che serve per trasferirla verso Ravenna-Forlì, poi alla deportazione ad Auschwitz. Archivio di stato di Bologna.

 

Da Auschwitz tornò solo Beniamino, il primogenito dei Matatia, nato il 1° febbraio del ‘24, matricola n.°173448 ad Auschwitz, sopravvissuto grazie alla sua abilità nel suonare la fisarmonica. Egli  rientrò in Italia in condizioni di salute talmente debilitate, da morire però di lì a tre mesi dal ritorno, a soli 21 anni. Di Camelia e Matilde invece non si seppe più nulla dal momento del loro arrivo ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944, così come per tutti gli altri che erano partiti nel gruppo assieme a loro. Evidentemente selezionati subito per le camere a gas.

Matilde Hakim e Camelia Matatia.
Matilde Hakim e Camelia Matatia.Foto Cdec rielaborata.http://digital-library.cdec.it

 

(1)Il libro della memoria di Liliana Picciotto, edizioni Mursia. Alla pag. 46 Liliana Picciotto precisa che il convoglio n. 5 partito il 6 dicembre, identificato con la sigla RSHA, era stato formato a Milano e a Verona (da dove erano stati aggiunti anche Nissim e Roberto Matatia) e durante il tragitto era  stato unificato con il convoglio 21 T, proveniente da Trieste.

Da Milano erano partiti deportati prelevati dalle carceri di Torino, di Genova, della costa ligure, della frontiera italo-svizzera, e da Milano stessa, catturati tra la fine di ottobre e la prima settimana di novembre, mentre da Verona erano stati aggregati al convoglio, proveniente da Milano nella stessa giornata, deportati provenienti da Bologna, Livorno e Firenze, arrestati durante il mese di novembre.

(2)Il libro della memoria di Liliana Picciotto, edizioni Mursia. Alle pagine 662-663, inoltre in www.ciportanovia.it

Beniamino Matatia. Foto CDEC. http://digital-library.cdec.it
Beniamino Matatia. Foto CDEC. http://digital-library.cdec.it

 

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