La “discriminazione”

Dopo la domanda di mantenere in servizio i domestici, la Salem farà poi istanza per ottenere la “discriminazione” (vedi scheda, a fine paragrafo), sollecitata da stringenti ragioni economiche, cioè dalla necessità di salvaguardare nei limiti del possibile i propri interessi e le proprie sostanze.

Dopo l’istruttoria prevista dalle norme, che metteva in campo commissariati di P.S., questura e pretura per indagare sulla condotta morale e civile del richiedente, di cui si passavano in rassegna abitudini di vita e religiose, precedenti penali, ma soprattutto fedeltà e meriti verso il fascismo e beni di proprietà, E. R. Salem otterrà anche la discriminazione, in data 2-3-’39.

Dai dati acquisiti, Rachele risulta avere un reddito annuo di £. 80.000, come i figli, e possedere fabbricati a Bologna ed a Trieste, per un valore complessivo di alcuni milioni di Lire.

Dopo di lei anche i figli Raffaele, Renato ed Olga otterranno la discriminazione, tra il ’39 ed il ‘40 : per Olga e Raffaele pesano a favore soprattutto l’iscrizione della prima ora al P.N.F., le ricchezze possedute e le elargizioni, ma anche gli agganci.

Raffaele in particolare dichiara le sue parentele con l’ ex-podestà di Trieste (Enrico Paolo Salem, costretto alle dimissioni dalla carica solo pochi mesi prima dell’entrata in vigore dei provvedimenti antisemiti) e con il podestà di Pordenone (il cugino Enrico Galvani, figlio di una sorella di Eugenia, Erminia [1] ) e nonostante a suo carico risultino alcune condanne penali neppur lievi (due omicidi colposi per aver investito in auto un passante in prov. di Udine ed una bambina nei pressi di Budrio) otterrà parere favorevole alla discriminazione dai vari gradi di autorità preposte.

A Renato gioveranno, oltre ai beni posseduti, anche i meriti di guerra.

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[1] Vedi S. Bon Un fascista imperfetto. Enrico Paolo Salem Podestà “ebreo” di Trieste. Centro Isontino di Ricerca e documentazione Storica e Sociale “Leopoldo Gasparini”.

 

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