La famiglia Neppi.

I Neppi sono una famiglia di origine ferrarese : discendono da quel Graziadio Neppi ( Ferrara 1756-1836 Cento), rabbino e medico che, assieme a Bondì Zamorani,  in qualità di rappresentante dell’area del Basso Po, fu tra i deputati ebrei che parteciparono al Congresso convocato a Parigi nel 1806 da Napoleone per affrontare sì la questione ebraica con la volontà di arrestare l’antigiudaismo dilagante e riconoscere anche agli ebrei il diritto ad essere rappresentati, ma anche per porre le istituzioni ebraiche sotto il proprio diretto controllo. Il dibattito svoltosi in quest’assemblea – dopo l’approvazione del Sinedrio l’anno successivo – portò poi all’emanazione delle norme che, con decreto napoleonico del 17 marzo 1808, disciplinarono secondo una nuova organizzazione le comunità ebraiche ( decretando tra l’altro la fine dei ghetti, conferendo la cittadinanza agli ebrei, ecc.) e compresero nell’impero bonapartista l’ebraismo come terza religione ufficiale.

Il padre di Adolfo, chiamato Graziadio come il suo illustre avo, fu ingegnere e libero docente universitario, autore di diversi saggi reperibili in rete ancor oggi [1]. Ebbe sei figli : Alberto, Giulio, Vittorio, Carlo, Adolfo e Guido, che furono spinti a coltivare le loro attitudini nell’ambito di attività anche oggetto di investimenti familiari, come una farmacia e la casa editrice Taddei [2], acquistata nel 1912 proprio per offrire soprattutto ad Alberto e Giulio la possibilità di dedicarsi ai propri interessi artistico-letterari e che si trasformò (prima della chiusura per difficoltà economiche nel ’23) da semplice tipografia in un piccolo centro culturale che pubblicò coraggiosamente opere di Corrado Govoni, Diego Valeri, Filippo de Pisis,  letteratura per l’infanzia, ecc.

I fratelli Neppi, uomini di cultura e/o liberi docenti universitari, furono tutti colpiti direttamente, chi più chi meno, dalle leggi razziali : costretti a lasciare l’insegnamento, l’università, l’attività economica. Alcuni, come Vittorio, decisero di emigrare in Argentina, altri, antifascisti convinti come Sergio (figlio di Giulio e di Alberta Carpanetti), parteciparono alla lotta di liberazione.

 

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[1] Vedi http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/ricercaMagExpansion.jsp?searchType=avanzato&channel__creator=Neppi+Graziadio&opCha__creator=OR&opCha__contributor=OR&q=&channel__contributor=Neppi+Graziadio&__meta_locationStringOnlyBib=biblioteca+nazionale+braidense+-+milano+-+it-mi0185

[2] Vedi  http://www.letteraturadimenticata.it/Neppi.htm

 

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