Uno scavalcamento di autorità

Il 24 giugno del 1941, la Prefettura di Bologna invia al Podestà di Casalecchio di Reno una comunicazione (vedi doc. sotto) contrassegnata dalla dicitura “riservata-personale”, con la quale  si contestava al Podestà di aver interpellato direttamente il Ministero degli Interni sull’accertamento razziale relativo a Finzi Aldo e sua figlia. Il Prefetto Salerno richiama il podestà al rispetto gerarchico, intimandogli di astenersi “per l’avvenire da iniziative del genere” e lo invita a passare dall’ufficio prefettizio competente per qualsiasi richiesta rivolta al Ministero.

Le contestazioni del Prefetto al Podestà di Casalecchio. Archivio Storico del Comune di Casalecchio (BO).
Le contestazioni del Prefetto al Podestà di Casalecchio. Archivio Storico del Comune di Casalecchio (BO).

 

Due giorni dopo, il Podestà di Casalecchio invia una lettera di scuse alla Prefettura (vedi secondo doc. ), affermando che l’invio della richiesta di Finzi  era stato un errore di interpretazione proprio di una circolare prefettizia del 17 marzo 1940, che – si assicurava – non si sarebbe mai più ripetuto.

Le scuse del Podestà di Casalecchio al Prefetto di Bologna.Archivio Storico del Comune di Casalecchio (BO).
Le scuse del Podestà di Casalecchio al Prefetto di Bologna.Archivio Storico del Comune di Casalecchio (BO).

 

Il 7 novembre 1942, il Ministero decise in via definitiva che Aldo Finzi e la figlia Anna Rosa dovevano essere considerati ebrei e questa decisione venne confermata il 4 febbraio 1943 (vedi ultimo doc. pubblicato sotto), in seguito a un’ulteriore richiesta da parte dei Finzi di riconsiderare la loro posizione, al fine di non essere considerati appartenenti alla razza ebraica.

La decisione sui Finzi. Archivio Storico del Comune di Casalecchio di Reno (BO).
La decisione sui Finzi. Archivio Storico del Comune di Casalecchio di Reno (BO).

 

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