I Neppi in villeggiatura
Al Lido di Casalecchio-Gli Ebrei in villeggiatura secondo le leggi razziali
Casalecchio, prima e per qualche tempo anche durante la guerra, era una ridente e graziosa cittadina, con case di villeggiatura disseminate nel territorio lungo il Reno, che aveva nel Lido uno dei maggiori punti di richiamo turistico durante la stagione dei bagni. Diverse famiglie bolognesi benestanti vi tenevano una dimora e, mischiati alle ville, anche numerosi alberghi accoglievano una cospicua clientela di turisti.
Così Adolfo Neppi arriva a Casalecchio con la sua famiglia nell’ estate del 1941, “autorizzato” ad andare in villeggiatura dalla Regia Questura di Bologna.
Come abbiamo appena anticipato nel paragrafo precedente, infatti, gli ebrei per effetto delle leggi razziali, non erano più liberi di spostarsi a proprio piacimento sul territorio nazionale, tantomeno per motivi turistici. La villeggiatura doveva essere consentita dalle autorità, previa documentazione medica e poteva essere permessa solo in località non di lusso e/o non alla moda.
Le autorità fasciste arrivarono addirittura a stilare un elenco delle località classificate “di lusso”, cioè di seria A, proibite agli ebrei, e di quelle ‘comuni’, di serie B, permesse, inviando ai diversi commissariati precise istruzioni per disciplinare la materia.
Così, per gli ebrei, anche la decisione familiare di “andare in vacanza” non sarà più una libera scelta dettata da ragioni di benessere personale, da esigenze di riposo e/o salute, tutt’al più condizionata dalle possibilità economiche, ma si trasformerà in un umiliante percorso ad ostacoli burocratico, in cui la propria volontà sarà pesantemente vincolata e limitata da altri.
Autorizzati dunque a recarsi in villeggiatura, i Neppi si recarono a Casalecchio e vi rimasero fino al 27 agosto del ’41, sempre controllati dalle autorità in ogni movimento.
Nel corso della nostra ricerca abbiamo constatato che nelle medesime vicissitudini per la villeggiatura incorsero anche altre famiglie oggetto della nostra ricerca, a confermare che il trend rappresentava una costante vessatoria applicata con puntualità anche quando si trattava di negare il permesso : come capitò ad esempio a Renato Salem, cui fu impedito nel luglio del ‘42 di condurre il proprio figlio Enrico a Pinzolo (località di lusso) e che fu costretto a ripiegare sulla più modesta e meno in vista località toscana di Saltino di Vallombrosa, in provincia di Firenze.