I lutti familiari.

A primavera inoltrata, il 2 maggio 1944, durante un’incursione aerea a Piacenza, in uno dei bombardamenti più sanguinosi subiti dalla città emiliana, muore a 21 anni Roberto, figlio primogenito di Renato Salem, che rimane sepolto per giorni sotto le macerie del centro cittadino.

Milite fascista, al servizio di quella stessa RSI che ha perseguitato la sua famiglia, ma i cui nostalgici oggi lo rivendicano come martire (vedi il doc. sotto), il giovane viene ricordato dalla famiglia in un necrologio pubblicato sul quotidiano cittadino bolognese, senza alcun timore di visibilità.

 

La pagina dedicata a Roberto Salem sul sito laltraverità contenente il martirologio dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.
La pagina dedicata a Roberto Salem sul sito laltraverità contenente il martirologio dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.

 

Il necrologio di Roberto Salem, figlio di Renato, pubblicato dal "Resto del Carlino" del
Il necrologio di Roberto Salem, figlio di Renato, pubblicato dal “Resto del Carlino” del 15 maggio 1944.

 

Ma ben presto sulla famiglia Salem si abbatte un altro lutto : a Zocca, il 17 gennaio del ’45, nello stesso giorno di compleanno del marito Renato, Caterina, “Katy”, dei conti Cassoli, a guerra ancora in corso, muore di diabete. Nella farmacia del paese montano non c’è più disponibilità di farmaci, tanto meno di insulina e per salvare la moglie Renato Salem fa un disperato tentativo di procurarle il farmaco salvavita scendendo in pianura per comprarlo al mercato nero, ma quando fa ritorno per Katy è già troppo tardi (1).

L’ultima primavera di guerra, tra il marzo e l’aprile del ’45, Renato Salem e la figlia Maria Grazia lasciano Zocca e attraverso un viaggio pieno di peripezie, fanno ritorno a Bologna, per attendere la fine della guerra nascosti in un palazzo gentilizio di via Saragozza.Percorrono il tratto da Zocca a Guiglia a piedi, poi quello da Guiglia a Bologna in Croce rossa muniti di un salvacondotto tedesco e viaggiano assieme a due giovani, Laura Natali ed Ada Frassineti, anch’esse dirette a Bologna (2). Le strade sono nel marasma : affollate di fuggitivi e sfollati, intralciate dai mezzi e dagli uomini dell’esercito tedesco, già in piena smobilitazione e in procinto di ritirarsi.

Sempre in primavera, il 10-3-’45, muore a Riccione anche il marito di Olga, conte Tagliavacca Ing. Agostino, là dove i coniugi avevano una villa al mare, in via Oberdan 5, vicina a quella di Mussolini, in circostanze che ancora non conosciamo. La loro proprietà risulta elencata in una serie di beni immobili requisiti dalle autorità tra quelli al tempo espropriati agli Ebrei (3).

 

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(1) testimonianza del Dott. Domenico Tonioni, farmacista di Zocca, riportata in Walter Bellisi Braccati.La persecuzione antiebraica nel Modenese e nell’Alta Valle del Reno (Bologna) 1943-1945. Ed. Il Fiorino.

(2) testimonianzadi Ada Frassineti,  riportata nel testo di Walter Bellisi Braccati.La persecuzione antiebraica nel Modenese e nell’Alta Valle del Reno (Bologna) 1943-1945. Ed. Il Fiorino.

(3) vedihttp://www.lapiazzarimini.it/2009/ebrei-a-riccione-prima-delle-leggi-razziali/?print=print

 

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