Un “permesso” per la bambinaia

Il matrimonio tra Fritz Stiebel ed Elda Zanotti si svolse proprio alla vigilia dell’entrata in vigore delle leggi antisemite e dei provvedimenti di espulsione degli ebrei stranieri in Italia, mentre il 4 maggio del 1938 nacque a Bologna il loro figlio primogenito, di nome Paolo Andrea, battezzato il 25 maggio dello stesso anno a Casalecchio di Reno.

Dopo aver vissuto per alcuni mesi in casa del dott. Mario Zanotti e della sig.ra Nerina Canè ved. Zanotti, Fritz ed Elda, nell’intenzione di metter su casa autonomamente, sono costretti il  13 febbraio  del ‘39 a presentare domanda in carta bollata alle autorità, per ottenere il permesso di assumere al proprio servizio una giovane domestica, originaria di Cesena, che fino a quel momento aveva fatto da bambinaia al piccolo Paolo Andrea.

Anche per loro iniziano le attese e i disbrighi burocratici, mentre attorno a loro il clima, creato in Italia dalla emanazione delle leggi razziali, si fa sempre più cupo.

Il permesso di trattenere al proprio servizio la giovane bambinaia cesenate Buratti Teresina arriverà troppo tardi (vedi doc. pubblicato sotto). Come si legge nell’informativa dei Carabinieri di Palermo del marzo del ‘39, infatti,  “per ragioni  d’impiego” Fritz Stiebel, la moglie e il bimbo di dieci mesi nel frattempo si sono trasferiti in via definitiva nel capoluogo siciliano e la bambinaia perciò rimarrà al servizio della Sig.ra  Nerina Canè, che in quanto “ariana” non aveva bisogno di autorizzazione per tenerla presso di .

Nel documento compilato dal maggiore comandante Rizzo Antonino della stazione di Palermo Castellamare, risulta che i coniugi Stiebel risiedessero nel capoluogo siciliano in via Giovanni Meli n. 6, presso la pensione “Torinese”. Una sistemazione troppo precaria per un trasferimento definitivo.

La ormai tardiva ed inutile autorizzazione a tenere presso di sè la bambinaia.
La ormai tardiva ed inutile autorizzazione a tenere presso di sè la bambinaia.Archivio storico di Casalecchio (BO).
La risposta dei Carabinieri di Palermo.
La risposta dei Carabinieri di Palermo.

 

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