Le mani su un ingente patrimonio
Proprietari di ingenti beni immobiliari, secondo quanto avevano già accertato i funzionari statali in occasione delle istanze di discriminazione da loro presentate, i Salem furono vittime della confisca totale dei beni ebraici che scattò dopo il 4 febbraio del ’44, anche se la documentazione parziale dell’Archivio di Stato non consente di cogliere con precisione l’entità e la durata di tali requisizioni.
Tuttavia ciò che essi riuscirono a salvare delle loro proprietà fu dovuto alla condizione di “misti” loro riconosciuta : i matrimoni con “ariani” cattolici, i figli riconosciuti “ariani” e battezzati preservarono probabilmente gran parte del patrimonio che constava di palazzi pregiati in proprietà a Trieste e a Bologna, di depositi bancari e titoli. Forse anche alcuni buoni consigli legali li tutelarono dalla spogliazione totale.
In particolare nel ’39 risultavano in loro possesso (di Raffaele e Renato) a Bologna i seguenti immobili :
- fabbricato in via Farini 24
- stabile in via Marsala 49-51
- stabile in via Zamboni 20
- fabbricato in via Boldrini 11
- stabile in via Pietramellara 21
- appartamento di via Bellinzona 3
che, secondo il fascicolo della prefettura dell’Archivio di Stato di Bologna dopo un tira e molla con le famiglie il 26-3-’45 l’Intendenza di Finanza di Bologna chiarì essere stati venduti (almeno i primi quattro) fin dal 4-4-’30 come attestato dal rogito Foresti ( vedi secondo doc. ) registrato il 27-4-‘30 e quindi non più confiscabili.
Mentre risultano invece confiscati, almeno al 2-1-’45, cassette di sicurezza, crediti e titoli depositati da Raffaele e Renato presso il Credito italiano, la Banca Commerciale Italiana, per i quali si certifica il provvedimento di “trapassare al Nord” ai sensi del D.L. 4/1/’44. Bloccati solo momentaneamente dall’attestazione che la moglie di Renato è “ariana”, dopo la morte di lei, il 4-4-’45, si dà disposizione di trasferire tutto all’E.G.E.L.I.
All’appartamento di Via Bellinzona vengono applicati i sigilli, si confisca anche l’auto di Renato, una Bianchi, targata BO-10578, messa in custodia nel deposito di Bologna San Ruffillo 107.
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