La svolta.

Gli alleati giunsero a Verica nell’aprile del ’45 e con loro anche il padre di Gianna Levi, diventato dall’autunno del ‘44 partigiano e comandante della 7.a brigata Modena della Divisione Armando, sulla jeep di Americani per i quali faceva da interprete. Poi un po’ alla volta tutti tornarono a casa.

Mentre Adolfo Neppi e famiglia si trovavano rifugiati e nascosti a Verica, il loro appartamento di via Zamboni venne confiscato dallo stato e utilizzato in seguito per sistemare il brigadiere Ressa Nicola, sinistrato. L’esproprio dei beni da parte dell’EGELI infatti continuò fino al 27 marzo del ’45, quando una nuova requisizione sottrasse ad Adolfo Neppi anche alcune cassette di sicurezza e polizze bancarie.

Tuttavia i Neppi al loro rientro a Bologna, dopo la liberazione, domiciliati in via D’Azeglio, riusciranno a farsi riconsegnare l’appartamento, da cui – per una volta ! – non risultarono asportati e dispersi i beni, ma che venne restituito dagli occupanti esattamente come era stato trovato al momento della confisca.

Adolfo Neppi con Maria e Mario Monticelli a Verica nel 1943.
Adolfo Neppi con Maria e Mario Monticelli a Verica nel 1943.Rivista Pavullo nel Frignano n. 98 del dicembre 2010.

 

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