I coniugi Matatia

I coniugi Leone ed Evelyn Matatia, nel 1941 sono obbligati dalla questura di Bologna a trasferirsi a Casalecchio di Reno, dove stabiliscono la loro residenza in via Garibaldi 47, presso Stagni, in pieno centro.

Sappiamo del provvedimento di residenza coatta che li riguarda dal documento rinvenuto nell’Archivio storico del Comune di Casalecchio, pubblicato al paragrafo precedente, §.4.0.

Giunti a Casalecchio, essi non avvertono le autorità comunali della loro presenza e vengono sollecitati ad autodenunciarsi solo in un secondo tempo. Provvedono in data 3 marzo 1942, con due dichiarazioni individuali (pubblicate sotto), nelle quali affermano di essere “in procinto di partire per l’estero”, così come era stato previsto dal decreto di espulsione degli ebrei stranieri, inserito fin nel RDL 17 novembre 1938, n.° 1728.

Leone è un giovane di trent’anni, nato a Smirne (in Turchia)  il 24 maggio 1911 ed appartiene ad una famiglia giunta negli anni Venti da Corfù (Grecia) in Italia, sbarcata e vissuta tra le Marche, la Romagna e l’Emilia. Leone ha mantenuto il passaporto greco. Dichiara di appartenere alla razza ebraica e così fa sua moglie, Evelyn Arditi (“Evelina” per l’imposizione fascista di italianizzare obbligatoriamente qualsiasi parola), che è nata a Roseford Garden, nella contea di Londra, il 3 marzo del 1915, la quale afferma nella sua autodichiarazione di essere domiciliata all’estero, in Francia, e di trovarsi “in Italia in transito dal maggio del 1940”.

L'autodenuncia di Leone Matatia. Archivio Storico del Comune di Casalecchio (BO).
L’autodenuncia di Leone Matatia. Archivio Storico del Comune di Casalecchio (BO).

 

L'autodenuncia di Evelyn Arditi. Archivio Storico del Comune di Casalecchio di Reno.
L’autodenuncia di Evelyn Arditi. Archivio Storico del Comune di Casalecchio di Reno.

 

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