Fuga da Savigno a Montetortore di Zocca.

Secondo le testimonianze raccolte da Bellisi (1), Leone ed Evelyn facevano parte di un gruppo di ebrei costretti a lasciare Savigno ai primi di dicembre, perché scoperti dai fascisti del luogo, che li rincorsero, senza riuscire a catturarli. Perciò appare probabile che questo episodio sia lo stesso che invece portò alla cattura della famiglia di Nissim, meno fortunata.

Al momento della fuga gli ebrei di cui parla Bellisi si divisero in due gruppi : uno scappò in direzione della pianura, l’altro salì verso Montetortore di Zocca. Tra questi ultimi, c’erano i coniugi Leone ed Evelyn Matatia, un anziano industriale di Zagabria indicato da Bellisi (1) col nome di ‘Siegfried Wohlmuth’ (noi riteniamo che questo fuggitivo sia da identificare in realtà in quel ‘Siegfrid Wohlgemuth’ che dal carcere di Bologna, per volontà del Questore Tebaldi, fu aggregato negli spostamenti fin verso Auschwitz a Matilde Hakim, Camelia e Nino Matatia) ed un’amica che viaggiava coi Matatia, di cui non è riportato il nome. Poteva essere una delle altre ebree greche presenti a Casalecchio con loro? Per esempio la Szöllösy, che al comune di Casalecchio risultava essersi trasferita nel Modenese e che nel proseguo della sua fuga verso la salvezza ripercorrerà tappe analoghe ai coniugi Matatia? Purtroppo non lo sappiamo e siamo privi di elementi per sostenerlo, ma rileviamo abbastanza coincidenze per sospettarlo.

Montetortore in un'immagine degli anni '30/'40.

Nonostante Montetortore fosse un paesino sperduto tra i monti dell’Appennino, le Brigate Nere furono avvisate della presenza degli ebrei. Ma la rete di solidarietà attorno agli ebrei fuggiaschi funzionò.

La mattina del 7 dicembre, alla vigilia della festa dell’Immacolata, una donna si presentò alla canonica per avvisare che stavano per venire a prendere i Matatia, con la loro amica. I tre perciò furono subito accompagnati a Montalto di Montese, dove trovarono rifugio  per la notte nella casa della sorella di Don Reggianini, Clotilde. Sigfried Wohlgemuth, invece, venne condotto alle Lame di Rocca di Roffeno, ospite di un contadino, in una sistemazione isolata nei boschi e lontana dai centri abitati.

In cima al monte innevato e circondato dalla fitta boscaglia, un’immagine recente di Montetortore d’inverno.
In cima al monte innevato e circondato dalla fitta boscaglia, un’immagine recente di Montetortore d’inverno.

 

L’8 dicembre a Montetortore arrivarono 4 militi armati, alla ricerca “degli ebrei “. Non avendo trovato nessuno, se la presero con la famiglia Reggianini, che sequestrarono, prelevarono dal posto e portarono nella loro casa di Ca’ Corsi, dove erano convinti che avessero abitato in affitto i Matatia. Rinchiusero con loro alcuni abitanti del luogo e li tennero tutti prigionieri per 48 ore, interrogandoli e minacciandoli. Cercavano con insistenza più che gli ebrei, i loro beni. Poiché nessuno parlava, le minacce si spinsero fino ad inscenare una esecuzione di tutti i fermati, sul sagrato della chiesa, facendo schierare il plotone ed i condannati di fronte al vecchio prete ottantaduenne, per spingerlo a parlare. Poi per giustificare la mancata esecuzione, finsero un falso intervento di partigiani, creando una gran confusione per spaventare tutti. Sostenevano che i beni dei Matatia fossero nascosti nel cimitero, dove ribaltarono ogni cosa per trovare ciò che cercavano. Ma, secondo quanto attestato da Bellisi (1) pare che non abbiano trovato nulla.

Intanto Wohlgemuth, ignaro di quanto stava accadendo, tornò a Montetortore e finì in mezzo alle violenze delle Brigate Nere. Si autodenunciò per non mettere nei guai i Reggianini, sostenendo di non aver mai rivelato loro di essere ebreo. Fu arrestato e condotto via, mentre i militi sequestravano tutti i suoi beni. Wohlgemuth fu tradotto al carcere bolognese di San Giovanni in Monte e lì preso in carico l’8 dicembre 1943, a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero il comando Sipo-SD, comprendente la Gestapo.

(1) Walter Bellisi La persecuzione antiebraica nel modenese e nell’Alta Valle del Reno (BO) 1943-1945.Edizioni Il Fiorino.2008

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