Eugenia Rachele a Trieste

Il 18 ottobre 1874 Eugenia Rachele aveva sposato a Trieste Marco Salem,  fratello di suo padre, dunque suo zio.

“Un matrimonio di questo genere non era infrequente all’epoca in famiglie abbienti, ad elevato tasso di riproduzione (il capostipite Vita Salem ebbe nove figli, dei quali Marco era l’ultimo). Si cercava in questo modo di tutelare il patrimonio familiare dai rischi di un’eccessiva dispersione”.[1]

Ancora Eugenia Rachele Salem. (Foto gentilmente concessa da Maria Grazia Salem, nipote di Eugenia).
Ancora Eugenia Rachele Salem. (Foto gentilmente concessa da Maria Grazia Salem, nipote di Eugenia).

 

Le loro nozze, oltre che una festa che celebra la giovane sposa con i tradizionali “Nuptialia” (vedi il sonetto per le nozze, sotto), sono anche un’occasione per rinsaldare alleanze e legami economici e d’affari : tra i testimoni c’è Gustavo Landauer, esponente  del mondo economico triestino dalle ramificazioni internazionali, agente commerciale e corrispondente della famiglia Rothschild di Londra[2].

Sonetto per le nozze di Eugenia Rachele e Marco Salem conservato nella sezione Nuptialia alla Biblioteca Isontina.
Sonetto per le nozze di Eugenia Rachele e Marco Salem conservato nella sezione Nuptialia alla Biblioteca Isontina.

 

Certificato di matrimonio di Eugenia Rachele e Marco Salem - Archivio Storico del Comune di Casalecchio di Reno.
Certificato di matrimonio di Eugenia Rachele e Marco Salem – Archivio Storico del Comune di Casalecchio di Reno.

 

Marco diviene  socio aperto della ditta di famiglia, la “Vita Salem” proprio nell’ anno del matrimonio, (ne uscirà solo nel 1902, lasciando tutto nelle mani del fratello/suocero).

Esponente di primo piano della èlite triestina, amante dell’arte e della musica, con interessi culturali proiettati in molte direzioni, arriverà a rivestire nel 1886 la carica di presidente del Teatro Comunale di Trieste, mentre vive in uno dei più bei palazzi della città, oggi noto come palazzo Vivante.

Palazzo Vivante a Trieste inizi Novecento.
Palazzo Vivante a Trieste inizi Novecento.
Palazzo Vivante oggi, trasformato in struttura d'accoglienza turistica.
Palazzo Vivante oggi, trasformato in struttura d’accoglienza turistica.

 

 

 

 

 

 

 

Oltre che a Trieste, e senza mai troncare i legami con la città, Marco lavora e risiede a Londra, coltivando anche lì amicizie sia in campo artistico-culturale sia economico-commerciale. Così Alberto Randegger, un compositore ebreo di nascita ugualmente triestina, anche lui emigrato a Londra e là divenuto celebre divulgatore dell’opera e del canto, gli dedica lo stornello Se siete buona, come siete bella, musicando una poesia di Francesco Dall’Ongaro, edito da Ricordi nel 1889 [2].

Successivamente il ricco imprenditore si trasferisce a Bologna con tutta la famiglia, investendo in diversi e importanti acquisti immobiliari nel centro della città.

Marco ed Eugenia nel frattempo hanno quattro figli, tutti nati e iscritti all’anagrafe di Trieste e registrati presso la comunità israelitica della città asburgica : Raffaele, il primogenito, nato il 1° novembre del 1876 ; Riccardo, che vede la luce il 12 maggio 1878 e muore a Bologna nel ’36, prima delle  discriminazioni, lasciando sola e senza figli la vedova Clementina Giove, una signora di nascita sudamericana, originaria di San Paolo del Brasile (dov’era nata il 6-2-1894), che trascorrerà il resto della sua vita a Bologna, fino alla sua morte, avvenuta il 17-4-1958 ; Renato, il terzogenito,  nato il 17 gennaio 1883, infine Olga, l’unica femmina ed ultimogenita, che viene al mondo il 26 maggio 1886.

 

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[1] Anna Millo  Contributo alla nostra ricerca,  inviatoci via mail  il 20 febbraio 2012.

[2] Vedi http://www.rothschildarchive.org/textguide/?doc=/textguide/articles/correspondence

[3] Vedi http://www.barbaralazotti.it/public/documenti1/R%20sito_ita48270120101250541.pdf

 

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