La banda “La Scansi”.

La formazione originaria di cui fecero parte Emiliani e Donatini fu la banda “La Scansi”.Guidata da Nino Cimatti e Gino Monti ed operativa a Faenza, nelle valli del Lamone e del Montone, “La Scansi” fece frequenti incursioni anche nell’imolese e nel bolognese. Già appartenenti per lo più a famiglie di antifascisti, molti dei componenti avevano combattuto su diversi fronti nei Balcani, ed avendo sperimentato di persona quale fosse stato il carattere dell’occupazione tedesca in quei luoghi, dopo l’8 settembre del 1943 furono spinti a scegliere la via della lotta armata con più decisione e consapevolezza.

Iniziarono a recuperare dalle caserme abbandonate di Faenza armi, munizioni e tutto il materiale che avrebbe potuto servire negli scontri, poi si divisero in due scaglioni: uno comandato da Gino Monti e l’altro da Enrico Ferro. Realizzarono diverse azioni, la più rilevante delle quali fu la cattura di due ufficiali tedeschi, a cui sottrassero documenti preziosi riguardanti i piani della linea Gotica, che furono trasmessi agli alleati attraverso Radio Zella. Divennero in seguito noti con la denominazione di  “gruppo del camion fantasma” perché nella vasta zona in cui operarono, compresa tra la Romagna e l’Emilia, per portare a termine le loro azioni utilizzarono di frequente un automezzo, che avevano requisito a Rocca San Casciano, e divise repubblichine e naziste sottratte ad alcuni presidi nazifascisti, spacciandosi spesso per militari germanici, sfruttando a tal fine  la conoscenza della lingua tedesca di Marx Emiliani, che – secondo alcune testimonianze non documentate- avrebbe imparato il tedesco durante la sua permanenza come operaio in Germania. Al gruppo si unì anche qualche elemento proveniente dalla “banda del Samoggia”, tra cui per breve tempo -come abbiamo già anticipato- anche Silvio Corbari.

Marx Emiliani

 

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