L’irruzione delle Brigate Nere.
I peggiori timori si erano verificati: l’infermeria era stata scoperta per la delazione di una ex partigiana di nome Veronica, che era stata curata nella struttura di via Duca d’Aosta durante l’estate e che poi si era venduta ai repubblichini. Al momento dell’irruzione delle brigate nere, all’interno della struttura sanitaria clandestina era presente anche un giovane ufficiale medico austriaco, disertore della Luftwaffe.

I catturati furono in tutto quattordici, cinque reduci dalla battaglia di Porta Lame, altri cinque da quella della Bolognina, mentre quattro sappisti si trovavano già degenti nell’infermeria. Arrigo Brini, i fratelli Franco Dal Rio e Settimo Dal Rio, Ardilio Fiorini, Rossano Mazza, Lino Panzarini, Riniero Turrini, Raimondi Enrico, i quattro sappisti Giancarlo Canella, Lazzari Gian Luigi, Roversi Luciano, Zanichelli Giorgio, inoltre Nicolai, un partigiano sovietico, e un altro partigiano straniero, l’”olandese”, furono tutti caricati su un camion e trasferiti nella caserma delle Brigate Nere di via Magarotti. Riuscirono a mettersi in salvo, facendosi scivolare dalla grondaia sul retro, solo un partigiano milanese ed Ada Pasi. Non fu catturata nemmeno Stella Tozzi, che in quel momento si trovava all’esterno dell’edificio.


Dopo giorni di sevizie, furono portati al poligono di tiro, dove vennero fucilati il 13 Dicembre 1944, tutti tranne Settimo Dal Rio, che era stato ferito e fu momentaneamente risparmiato, per trovare la morte poi il 10 febbraio 1945 in uno degli eccidi avvenuto ad opera dei Tedeschi a san Ruffillo.
