Dalla battaglia di Porta Lame a quella della Bolognina: un novembre di fuoco

La prima metà di novembre è segnata da due episodi centrali nella storia della Resistenza bolognese: la battaglia di porta Lame e la battaglia della Bolognina.

Se da un lato il contrasto alle azioni partigiane si fa sempre più aggressivo sia da parte tedesca sia da parte delle brigate nere, che, con avvisi diffusi sui muri, invitano i bolognesi a collaborare e a contrastare le azioni dei “ribelli”, promettendo generi alimentari e premi in denaro a chi denuncia e dà informazioni utili, trovando effettivamente chi si presterà alla delazione per bisogno materiale, per paura, ma anche per vantaggio personale, dall’altro la scommessa del CUMER (Comando Militare Unico Emilia Romagna) su un’avanzata alleata rapida e risolutiva, che poi non si era verificata, ma che nel frattempo aveva ammassato centinaia di uomini in rifugi a rischio in città, porterà a conseguenze prevedibili :  la scoperta delle loro basi e l’attacco a fuoco contro di esse.

i sotterranei dell’Ospedale Maggiore
I sotterranei dell’Ospedale Maggiore, base di molti partigiani radunati in città in attesa dell’insurrezione.

 

Tra il 7 novembre, al Macello e sotto i ruderi dell’ex ospedale Maggiore, in zona Lame, e il 15 nei pressi di Piazza dell’Unità, prendono origine i fatti che costituiscono la premessa necessaria per spiegare anche la fucilazione del 18 – 11 – 1944, mentre l’azione delle spie e i rastrellamenti connotano ulteriormente il quadro di una repressione che si fa sempre più aggressiva, quanto più diventa disperata.

 

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Il cannoneggiamento tedesco verso il Macello di Porta Lame.
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Militari germanici durante gli scontri di Porta Lame.

 

L’edificio della Bolognina colpito dalle artiglierie tedesche
L’edificio della Bolognina colpito dalle artiglierie tedesche.

 

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