I fucilati al Poligono del 26 giugno ’44 : Giancarlo Campioli.

I fucilati al Poligono del 26 giugno ’44 : Giancarlo Campioli

Giancarlo Campioli non aveva ancora compiuto diciannove anni, quando fu fucilato nel nostro Poligono di tiro da un plotone militare tedesco di S.S. Era nato infatti il primo luglio del 1925 a Modena, nella frazione di San Damaso, dove risiedeva con la famiglia, il padre Camillo e la madre Filomena Quattrini.

Le poche foto che la famiglia ha potuto fornire per la sua identificazione e che conserviamo, sono ancora quelle da bambino. In una società e in un momento storico in cui si diventava adulti in fretta, quando alla fine del ’43 venne arruolato ed inviato al battaglione del Genio Ferrovieri di Castelmaggiore (in provincia di Bologna), decise di disertare dalla Repubblica Sociale Italiana, che aveva richiamato nell’esercito anche la leva del 1925, data la stretta militare in cui si trovava. Riuscì a fuggire ed entrò a far parte delle brigate partigiane della sua zona. Appartenne infatti alla Brigata “Scarabelli” della Divisione Modena Montagna e fu poi riconosciuto partigiano dal 10 marzo alla morte.

Come risulta dal suo foglio di matricola nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, dove fu imprigionato il 13 giugno 1944, ultimo tra coloro che furono fucilati insieme a lui, era stato catturato a Lama Mocogno, sull’Appennino modenese, dieci giorni prima, il 3 giugno precedente, per ordine della polizia militare segreta tedesca e fu tenuto a disposizione del Tribunale Militare tedesco fino al 26 giugno del ’44, quando fu consegnato ad un agente tedesco e dopo aver firmato un “rilascio” fittizio dal carcere, insieme agli altri suoi quattro compagni (Ferrari, Giberti, Prandini e Sansovini) fu condotto alla fucilazione.

 

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