L’Avvenire si autosospende.
Il Resto del Carlino fu l’unico giornale a pubblicare notizia dell’accaduto, tre giorni dopo, il 26 settembre 1944, con un articolo di pieno appoggio alla decisione del tribunale speciale. L’Avvenire d’Italia, organo della curia, si rifiutò di pubblicare il comunicato perché secondo Raimondo Manzini, direttore del giornale, non era possibile render nota la notizia senza un commento e il commento non sarebbe stato consentito. Le autorità fasciste inviarono l’ordine di pubblicare con commento, ma il direttore – appoggiato anche dai redattori – si rifiutò e decise l’autosospensione del giornale, giustificandola con motivi di ordine tecnico, per non incorrere in rappresaglie. I tedeschi per verificare la veridicità della versione, fecero una perquisizione alla sede del quotidiano e Manzini fu convocato al Baglioni dai capi fascisti, dopo di che furono sequestrati gli impianti del giornale.
L’ autosospensione dell’Avvenire non fu revocata che dopo la liberazione, quando il quotidiano tornò in edicola dal 4 settembre del ’45, unico giornale italiano a non cambiare testata e direttore.
Bibliografia e sitografia :
– Nazario Sauro Onofri Due spie nel Partito d’Azione – Archivio Istituto Parri
- Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945) 1985 Bologna ISB
- Bergonzini La svastica a Bologna.Settembre 1943-aprile 1945. Edizioni Il Mulino 1998
- Bergonzini- L. Arbizzani La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti. Vol.1-5 Istituto per la storia di Bologna, 1969.
http://www.storiaememoriadibologna.it/zoboli-luigi-478539-persona
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Massenzio_Masia.jpg#/media/File:Massenzio_Masia.jpg
http://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1944/321#top
Archivio di Stato di Bologna, fascicolo Tartarotti, e gli altri
Emeroteca Istituto Parri