La fucilazione del 3/4 luglio 1944

Il 6 luglio 1944 sulla pagina di cronaca del quotidiano cittadino Il Resto del Carlino si dà spazio alla notizia di un’esecuzione, senza che vengano precisati né il luogo né la data degli eventi. Si riportano con chiarezza innanzitutto i fatti che hanno originato la condanna a morte per fucilazione di dieci “comunisti” : “ Da autori rimasti finora sconosciuti il 28 giugno scorso un appartenente alle forze germaniche è stato ucciso a Bologna in via del Pratello a colpi di arma da fuoco”. Scatta ancora una volta la “punizione” per ordine dell’Ausserkommando, cioè la rappresaglia sui cittadini italiani  “dei quali si è potuta comprovare la loro (sic!) attività comunista “.

Vengono passati per le armi “Giuseppe Balocchi, della classe 1910, da Sassoguidano; Cesare Palmini, della classe 1906, da Pavullo; Paolo Bononcini,  della classe 1908, da Sassoguidano ; Luigi Labanti, della classe 1876, da Zocca ; Danilo Barca, della classe 1923, da Modena ; Luigi Salmi, della classe 1913, da Budrio ; Silvano Rubbini, della classe 1926, da Budrio ; Dino Pancaldi, della classe 1923, da Budrio ; Dino Balestratti, classe 1923 da Bologna ; Cleto Casi, della classe 1921, da Bologna”.

Nell’articolo del Carlino si aggiunge che “Fra la popolazione di Bologna, sono state arrestate inoltre dieci persone, come ostaggi, le quali saranno immediatamente fucilate non appena si dovessero ripetere altri attentati contro appartenenti alle forze armate germaniche”.

La fucilazione del 3/4 luglio 1944
L’articolo de “Il Resto del Carlino”del 6 luglio 1944.

 

Si rinnova poi la sollecitazione rivolta alla popolazione italiana a non aiutare o proteggere i sabotatori e gli attentatori, ma ad informare i Comandi tedeschi e italiani (sottolineiamo che l’ordine di citazione è questo, il Comando italiano dopo) perché “al ripetersi di simili atti saranno prese draconiane contromisure per assicurare l’ordine e la calma pubblica”.

Il Carlino riprendeva praticamente pari pari il comunicato diffuso sui muri di Bologna dall’ennesimo “Avviso/Bekanntmachung” bilingue, solo in modo più “soft”, smussando i toni più secchi e duri dell’originale, in cui si specificava anche che la popolazione italiana era avvisata “per l‘ultima volta”.

La fucilazione del 3/4 luglio 1944
Il manifesto della fucilazione del 4-7-’44. Fondo Filippo D’Aiutolo –Istituto Parri Bologna

 

I primi cinque “comunisti” elencati nell’articolo, Balocchi, Barca, Bononcini, Labanti e Palmini, cioè tutti i modenesi, furono fucilati al Poligono di Bologna il 3/4 luglio 1944.

Gli altri cinque, cioè i Bolognesi Salmi, Rubini, Pancaldi, Casi e Rino Balestrazzi (così il nome corretto, che invece il Carlino aveva pubblicato con un refuso di stampa, seguendo pedissequamente il Bekanntmachung ), erano già stati fucilati sul posto il primo luglio a San Martino in Pedriolo, quando erano stati sorpresi in armi, probabilmente per una spiata, mentre stavano raggiungendo in marcia la 66ª Brigata Jacchia Garibaldi, alla quale intendevano ricongiungersi.

Se è vero che il manifesto e l’articolo del Carlino, indicano come causa della fucilazione l’attentato al militare germanico, la scelta di comprendere ed elencare tra le vittime di “un’azione punitiva” delle autorità anche due giovani di Budrio non dovette essere casuale. In quei giorni aveva impressionato l’opinione pubblica cittadina la notizia, comparsa il 30 giugno nelle pagine del quotidiano cittadino, dell’assalto di tre “ribelli” nella casa di Villanova di Budrio del federale Vandelli, terminato con l’uccisione di quattro persone.

Il 28 giugno 1944, infatti, a Castenaso era stato aggredito in casa propria il podestà e colonnello Umberto Vandelli, derubato e assassinato insieme alla moglie Emma, alla figlia Maria Luisa ed al fidanzato di lei, prossimi alle nozze. Forse in origine si trattò di un’azione di “finanziamento” delle attività partigiane attraverso il furto nella casa di uno degli avversari, poi finita in tragedia perché qualcuno della famiglia si accorse malauguratamente di quanto stava accadendo. Fatto sta che l’episodio, così cruento, ebbe larga risonanza ed anche a seguito di questa vicenda le milizie fasciste, stilarono liste di antifascisti da ricercare e “punire”, che fossero coinvolti direttamente o meno nella vicenda.

La fucilazione del 3/4 luglio 1944
“Carlino” del 30 giugno 1944

 

 

 

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