Lino Formili

Lino Formili. Fondo Fotografico ANPI, Istituto Parri Bologna,

Lino Formili è il più vecchio dei tre ragazzi che furono passati per le armi dai Tedeschi il 3 gennaio 1944 al Poligono di Tiro di Borgo Panigale : aveva 27 anni.

Era nato a Lizzano in Belvedere il 21 giugno 1916 dai coniugi Vito ed Ernesta Marcacci, in una famiglia di condizioni sociali molto umili. Era andato a scuola fino alla 3ª elementare ed aveva imparato a leggere e scrivere, poi aveva fatto lo scalpellino, un lavoro duro e di fatica, fino a che, il 30 giugno 1937, a 21 anni, fu chiamato a svolgere il servizio militare con la sua classe di leva, il 1916, occasione in cui lo qualificarono “rivedibile” e ne rimandarono la chiamata alle armi all’anno successivo, associandolo alla classe 1917.

Nei militari, tuttavia, Formili chiese ed ottenne di restare nell’esercito e l’11 dicembre 1937 venne ammesso alla “firma” di due anni nel 6° Centro Automobilistico, in qualità di aspirante automobilista conduttore, aggregato al 16° Sotto Settore di Tolmezzo, in provincia di Udine, il 10 agosto 1938. Come per tanti giovani provenienti da famiglie povere, entrare nell’esercito fu anche per lui un’opportunità per prendere la patente di guida, imparare un mestiere, qualificarsi professionalmente, ma anche considerare la carriera militare come un’occasione di lavoro, di riscatto e crescita sociale.

2.6.1. La carriera militare

Piccolo di statura (non raggiungeva il m. 1.60), tanto che nei documenti militari se ne trova sottolineata più volte la “modesta prestanza fisica”, fu però assai apprezzato per la buona volontà, le capacità tecniche e la carica umana che gli consentiva di essere benvoluto ed ascoltato da superiori e colleghi, per cui quasi subito venne promosso caporale, il 24 agosto dello stesso anno, e tre mesi dopo ancora, il 24-11-1938, caporal maggiore.

Dal 16 febbraio 1939 fu aggregato al 5° Reggimento Artiglieria Contraerei di Padova, dove rimase fin quasi alla fine dell’anno, salvo un breve periodo estivo, di circa un mese (dal 5 luglio 1939 all’11 agosto ’39), in cui venne inviato al Distaccamento del C.A Celere.”Seren del Grappa” in provincia di Belluno, sempre in Veneto.

Parte della matricola militare n°. 64443 di Formili Lino.
Parte della matricola militare n°. 64443 di Formili Lino.

 

Trattenuto alle armi ai sensi della Circolare 40001 del M.G. 24-8-’39 (Ord. perm n°. 1153 dell’1-12-’39) dall’ 11 dicembre 1939,  in data 15 dicembre ’39 fu assegnato al Quartier Generale Divisione Fanteria “Pistoia” Savigliano, in provincia di Cuneo, Piemonte, dove fu trasferito in via definitiva il 16 dicembre 1939.

All’atto della dichiarazione di guerra dell’Italia contro Francia e Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, venne mobilitato presso il Quartier Generale della Divisione Motorizzata “Pistoia” e rimase alla frontiera alpino-occidentale, proprio ai confini con la Francia, in  territorio dichiarato in stato di guerra (per effetto del regio decreto n. 567 dell’11 giugno 1940 Circ. 392 del G.M. 1940) fino al  luglio 1940, rimanendo mobilitato col comando della  Divisione Fanteria “Pistoia”, anche dopo essere stato allontanato dalla “zona di guerra”.

Ancora promosso nel settembre del ‘40 al grado di Sergente, fu in seguito trasferito al 16° Autoreparto Divisionale il 17 febbraio 1941 e dal 23 febbraio 1941 rimase in territorio dichiarato in stato di guerra fino al 24 giugno 1941.

Fu poi trasferito al 5° Centro Automobilistico per il Drappello Automobilistico dell’8ª Armata il 7 giugno 1942, cessando di essere mobilitato allorché venne trasferito al Reggimento Autieri, il 22 maggio 1943, promosso Sergente maggiore dal giugno dello stesso anno.

2.6.2. Tra i partigiani

Quando tutto l’esercito si sbandò, al momento dell’armistizio con gli alleati, dopo l’8 settembre 1943, Formili riparò dalla sua famiglia sulle sue montagne, nell’Appennino tosco-emiliano e lì –come abbiamo visto al §. 2.1.– fu tra i giovani ex-militari ad aggregarsi al gruppo dei sei uomini d’esperienza che a La Cà tentarono di dar vita ad uno dei primi insediamenti partigiani del Bolognese. Fu anzi suo padre a fornire la “casera” tra i monti sopra Poggiolforato, in cui stabilire la base, raccogliere armi e uomini.

Il tentativo dell’autunno/inverno del ’43 fallì -ne abbiamo esaminato le ragioni nel §.2.1. – ma nonostante tutto un gruppo di giovani rimase sul posto e tra questi anche Lino, che fu catturato insieme ad altri tra il 7 e l’8 dicembre del 1943, se prestiamo fede alla testimonianza di Cisiana Castelli (vedi §.2.4. ), la staffetta locale del gruppo.

Tenuto prigioniero dei Tedeschi all’Abetone o a Porretta con gli altri catturati fino al momento dell’ingresso nel Carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, registrato il 18 dicembre 1943 nei dati riportati dalla sua matricola n°. 8815, lì sarà custodito per ordine del “comando tedesco SS” e tenuto a sua disposizione. Nello spazio della sua matricola d’entrata in carcere, dove sono annotati i reati contestati al prigioniero, risulta la scritta : “ignorasi” .

Il 3 gennaio 1944, assieme a Brunelli e Romagnoli, venne «ritirato dalla Gendarmeria da campo tedesca per ordine del Tribunale militare tedesco 1012», condotto al Poligono di tiro di Bologna a Borgo Panigale, in via Agucchi, per essere fucilato.

L’avviso bilingue italiano/tedesco (vedi immagine al §.1.10), affisso sui muri della città dalla Militarkommandantur, che notificava assieme le esecuzioni capitali del 30 dicembre 1943 di Emiliani e Donatini e del 3 gennaio 1944 di Formili (che nella Bekanntmachung- – era indicato con la scritta errata di Formilli), Brunelli e Romagnoli, rendeva ragione della fucilazione di questi ultimi, riferendo della condanna a morte decretata nei loro confronti dal tribunale di guerra tedesco il 31 dicembre 1943 «per aver preso parte a bande di partigiani e per detenzione abusiva di armi».

Particolare del foglio 3 della matricola militare di Lino Formili.
Particolare del foglio 3 della matricola militare di Lino Formili.

 

A guerra finita, dall’apposita commissione regionale Lino Formili fu riconosciuto partigiano dal 9 settembre 1943 al 3 gennaio 1944 come appartenente alla 7ª Brigata Garibaldi col grado di tenente dal 5-11-43 alla morte, vedendosi equiparare il 27 febbraio 1962 a tutti gli effetti il servizio svolto come partigiano a quello svolto nelle Forze Armate.

Isolina Poli, di Vidiciatico (Lizzano in Belvedere), negli anni immediatamente successivi alla Liberazione dedicò sia a Lino Formili che ad Armando Lelli “Armandino”, altro caduto lizzanese della guerra di Liberazione, una storia in versi, pubblicata su un depliant di 4 pagine, che al momento non siamo stati in grado di ritrovare. La composizione dedicata a Lino Formili aveva titolo “La misera fine di un partigiano”.

Nell’aprile di quest’anno 2020, grazie al sig. Antonio Baruffi dell’Anpi Alta Valle del Reno, che le ha pubblicate sulla pagina Facebook dell’Associazione, ho invece potuto rintracciare almeno alcune strofe iniziali della ballata dedicata a Lino Formili, scritta -per la precisione- da Dusolina Poli del Plinardo, diffusa e cantata ai tempi in cui si riseppe sui suoi Appennini della morte drammatica di questo giovane partigiano. Per quanto incompleta, la poesia accredita una delle versioni diffuse sulla rappresaglia di cui fu vittima la sua formazione di lotta, che cioè dietro allo scontro armato e alla cattura dei giovani, poi giustiziati il 3 gennaio 1944, ci sia stata l’opera di un delatore, mosso da cupidigia, in particolare dal desiderio di impossessarsi dell’auto con cui Lino Formilli era ritornato a casa. Pubblichiamo qui sotto la parte iniziale della ballata, inserita nella Rivista di Lizzano in Belvedere, la Musola. Rugletto dei Belvederiani. Purtroppo non abbiamo indicazione di numero ed anno.

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Le prime otto strofe della ballata dedicata a Lino Formili da Dusolina Poli del Plinardo.
Le prime nove strofe della ballata dedicata a Lino Formili da Dusolina Poli del Plinardo.

 

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