Cosa era cambiato in città

Nel corso del mese di settembre a Bologna -come in parte abbiamo già visto- erano avvenuti una serie di fatti cruciali ed eclatanti : innanzitutto l’ individuazione, l’arresto, il processo e la condanna a morte (con esecuzioni il 23/9) del gruppo dirigente del partito d’azione cittadino, che aveva causato anche lo scontro tra le diverse anime del fascismo bolognese e le divergenze con il comando tedesco; si erano verificate poi la scoperta e l’attacco a fuoco alla base partigiana di via Ponte Romano, a Santa Viola,  con la fucilazione dei sopravvissuti (il 19-9-’44), quindi c’erano state le fucilazioni del 20 e 30 settembre al Poligono, risposte punitive sia per il primo attentato “terroristico” da parte della 7ª GAP all’Hotel Baglioni, abituale ritrovo degli ufficiali tedeschi in città, sia per il temerario attacco partigiano alla polveriera di Villa Contri, a Casalecchio, nel corso del quale ancora la 7ª GAP era riuscita a far esplodere il deposito delle armi tedesche, i cui bagliori illuminarono a giorno per quasi tutta la notte la zona Ovest della città, da Casalecchio alla Certosa.

 

hotel-Baglioni-nel-1930-fondo-Brighetti
L’hotel Baglioni nel 1930-fondo Brighetti

 

Nel corso del settembre ’44 erano avvenute anche molte manifestazioni popolari nei paesi dell’hinterland (da Bondanello di Castelmaggiore-il 3 settembre-, a Castenaso e Medicina -il 10/9-, Galliera il 14, Anzola e S. Pietro in Casale il 17 settembre) a testimoniare la esasperazione della popolazione per i disagi materiali, gli abusi e le prepotenze subite dai nazifascisti, che ripropongono ormai il quadro di  un vero e proprio stato preinsurrezionale, mentre erano proseguiti in uno stillicidio quasi quotidiano gli attentati e le uccisioni di singoli esponenti del fascismo locale da parte di partigiani, immediatamente seguiti dalle ritorsioni e dai rastrellamenti nazifascisti, in un’escalation di violenze che in ottobre si tradurranno in altri episodi clou : la strage al cavalcavia di Casalecchio, il secondo e ben più riuscito attacco al Baglioni, che provocò il crollo dell’intera ala centrale dell’edificio e la morte di  un ancor oggi imprecisato numero di tedeschi e fascisti, il 20 ottobre la battaglia dell’Università, che portò all’uccisione sul posto di sei partigiani, in ultimo l’altra fucilazione del 20 ottobre, al Poligono di Tiro.

 

hotel-Baglioni-dopo-attentato-del-44
L’hotel dopo il secondo attentato, nel ‘44.

 

Sul piano istituzionale, poi, tra settembre ed ottobre era avvenuto l’avvicendamento tra il questore Tebaldi, trasferito a Trieste, che aveva portato con sé gli uomini della CAS e il loro capitano Tartarotti, ed il nuovo questore Marcello Fabiani, noto per aver fatto parte a Roma della Banda Pollastrini, responsabile di torture efferate ai danni degli antifascisti, ma anche di vistose ruberie ai danni dello stato. Fabiani si era insediato appunto il 16 settembre, mentre da agosto Torri e Pagliani, esponenti dell’ala più oltranzista del fascismo bolognese, avevano ottenuto le cariche di comandanti delle locali brigate nere.

Articolo sul Resto del Carlino con l'annuncio del trasferimento del Questore Tebaldi.
L’ articolo sul Resto del Carlino con l’annuncio del trasferimento del Questore Tebaldi.Pubblicato venerdì, 15 settembre 1944.

 

Sul piano militare in settembre stava proseguendo l’avanzata degli alleati sull’Appennino, che alimentò l’ottimismo e fece sperare che la liberazione di Bologna potesse avvenire prima dell’inverno, tanto da spingere il CUMER (Comando Unico Militare Emilia Romagna) a preparare l’insurrezione armata della città, dando l’ordine nella seconda metà del mese a tutte le formazioni partigiane di confluire entro il perimetro urbano, in attesa di unire le forze a quelle anglo-americane.

In realtà la situazione degli alleati tra il settembre e l’ottobre si rivelerà più difficile del previsto, anche per la strenua resistenza opposta dai Tedeschi allo sfondamento definitivo della Linea Gotica, comprensiva di sabotaggi a ponti e gallerie sull’Appennino, per cui il gen. Alexander, con un proclama radiofonico del 13 novembre del ‘44, informerà che l’iniziativa militare alleata, e di conseguenza anche la sollevazione partigiana in città, veniva forzatamente rinviata alla primavera, creando non pochi problemi alle brigate, che nel frattempo si erano radunate e nascoste all’interno delle mura, in attesa della chiamata al combattimento.

 

Leggi il paragrafo successivo >

< Vai al paragrafo precedente

Chiudi il menu